“Alla base” di tutti… la bellezza.
Così, con queste poche parole, si può riassumere l’azione di coraggio ideata dal clan del Verona 9 e realizzata domenica scorsa. Per creare qualcosa di bello e ben fatto questi ragazzi hanno ben pensato di invitare uno di noi, per raccontare in prima persona come viviamo Volpe Astuta e come portiamo avanti la nostra “resistenza”. Ogni anno, in particolare d’estate, ci capita di raccontare a tanti gruppi questo angolo di Palermo, cosa è stato in passato, la relazione tra il territorio e l’uomo, della lotta alla mafia, del “fresco profumo di libertà”, di resistenza. Circa un mesetto fa arriva una chiamata: perché non sali qui a Verona e racconti di Palermo e della base? Proposta difficile da rifiutare, anche perché si sa, gli scout sono bravi a rispondere con un “Eccomi”. Il clan del Verona 9 quest’estate ha vissuto la sua route a Palermo: tanti racconti, servizio alla base, testimonianze ma soprattutto emozioni vere. Sono stati giorni intensi per questi ragazzi, perché è chiaro Verona non è Palermo: i clacson che suonano all’impazzata, gli autobus che non passano, le vocali aperte, tutti che si abbracciano e gridano, le case con i mattoni vivi, il pane con il cimino, ma “perchè non possiamo andare allo Zen?” e tanto altro. I giorni passarono veloci e I ragazzi tornarono a casa con una domanda ben precisa: ma noi a Verona come possiamo “resistere” alla mafia?! Domanda più che legittima per chi davvero ha compreso il senso della mafia e della lotta alla mafia. Così per iniziare “a resistere”, il clan Ubuntu ha deciso di far rivivere l’emozioni vissute in Sicilia e di raccontarle con un spettacolo e un piccolo momento di confronto. Lo spettacolo, incentrato sulla contrapposizione tra bellezza e bruttezza, ha visto la partecipazione di molte persone:genitori, vicini di casa, allenatori di squadra e clan della zona. L’emozioni sono state vere: ascoltare i nomi di tante persone che hanno resistito e che hanno dato la loro vita alla lotta alla mafia, la difficoltà nell’andare avanti, la gioia dei piccoli traguardi. Uno spettacolo forte, crudo, reale. La lettera finale, profonda e particolarmente toccante, ha sottolineato un concetto difficile da comprendere a Verona: la mafia, cari veronesi, c’è anche qui! Stiamo molto attenti.
Il confronto successivo è stato affascinante: le parole raccontate, la storia della base, il giardino da custodire e la nostra “resistenza”. La percezione è stata quella di parlare a una grande famiglia (felice) in cui lo stupore e l’ammirazione erano visibili sui visi di tante persone.
“Per noi, qui a Verona, è difficile capire la mafia!”- “Come concretamente resistete alla Mafia a Palermo?” – “Come possiamo riconoscere quel puzzo di chi è colluso?” “E con la morte di Riina”-
“In fondo Palermo è bellissima”
Grazie ai ragazzi del clan Ubuntu del verona 9. Grazie per averci dato l’opportunità di testimoniare i nostri valori. Adesso per voi cari ragazzi, tocca portare avanti la vostra e la nostra “resistenza”…
Buona Strada.
Vincenzo Castelli