In Sicilia sfuggire al caldo torrido era diventata un’arte nei secoli scorsi.
La morfologia del territorio, mutata nel tempo a causa delle innumerevoli invasioni che hanno caratterizzato la storia della mia terra, era particolarmente incline alla realizzazione di un tanto semplice quanto efficace meccanismo in grado di rinfrescare gli ambienti.
La nobiltà Palermitana, stanca della calura portata dal vento caldo di Sud-Est, lo Scirocco, si rifugiava in alcuni di questi ambienti, più particolari e rifiniti rispetto agli altri, per trarne beneficio dalla frescura dovuta alla sua particolare struttura. Le camere dello scirocco erano spesso presenti nelle ville e nelle case di caccia durante la cosiddetta “grande villeggiatura” che raggiunse la massima diffusione nel XVIII secolo. Piccoli corsi d’acqua, che seguivano il perimetro della stanza, spesso sfociavano in piccole cascate dal notevole effetto scenico, ma create principalmente per far abbassare la temperatura di qualche grado. Ambienti intagliati ad arte nella roccia calcarenitica, decorati da piastrelle finemente decorate, tipica eredità araba, attraversati e resi freschi dai corsi d’acqua, creati artificiosamente e detti qanat, che si ramificano nel sottosuolo: erano l’unica ma significativa risposta all’afa che attanagliava Palermo. Il sottosuolo a riparo dal tempo meteorologico e anche al riparo dal tempo storico era l’ideale per tutti quei pellegrini che in cerca di refrigerio si fossero affidati alle sue pareti imperlate di acqua fresca. Impercettibili pendenze e semplici soluzioni logistiche permettevano all’acqua di essere sempre in movimento per evitarne il ristagno: scale con passamano realizzati in tegole concave all’interno delle quali scorrevano freschissimi torrenti in miniatura nonostante le elevate temperature esterne. Piante arbusti e rampicanti chiudevano il cerchio di elementi naturali che facevano da padrone in queste stanze. Alcune presentano una vera e propria “torre del vento”, di forma tronco-conica che racchiude alla base una camera con sedili, il cui compito era quello di veicolare la circolazione dell’aria fresca all’interno dei palazzi, espellendo quella calda.